Aire de Espana: Ciccio da Granada
10 gennaio 2008
Noi italiani abbiamo certo la fama di essere socievoli, solari e allegri, ma in quanto a far festa i nostri cugini spagnoli ci battono alla grande!
La fiesta, non c’è nulla di più stressante della fiesta, o meglio, se ne fosse una ogni tanto sarebbe anche piacevole, il problema è che non si parla di una ma di moltissime fiestas, che complica tutta la faccenda. Se da noi si fanno delle feste per dei motivi che le giustifichino, qui in Spagna la ragione è del tutto indifferente, intanto si fa fiesta, poi se capita un’illuminazione a qualcuno, allora ci si può anche mettere una motivazione, altrimenti non fa nulla, tanto la fiesta ya està! Le regole sono le seguenti: s’inizia dal giovedì perchè il giorno dopo molti non hanno lezione e anche se l’avessero, non ci andrebbero perché, chi si alza dopo una fiesta finita minimo alle 4 del mattino? Poi si passa al venerdì perché il giorno dopo non si va all’università; il sabato poi è d’obbligo credo che sia l’unica cosa che sia rimasta dal fascismo e che si sia anche diffusa a livello mondiale (con mondiale ovviamente intendo tutto il mondo occidentalizzato, perché il resto deve pensare a sopravvivere, N.d.R.). La domenica forse ci si riposa, ma non è sicuro perché ci sono sempre i temerari,gli stacanovisti a quelli chi li ferma! Questa è la base, i giorni fissi diciamo, poi ci sono sempre le emergenze, gli straordinari; non capisco come mai ma nei due mesi e mezzo di permanenza in Spagna ci sono stati più compleanni che santi sul calendario, e tutti concentrati in quel breve periodo.
Allora mi sono soffermato a pensare, e ho fatto due calcoli: 10, il mese di ottobre, meno 9 periodo di gestazione medio, mi usciva uno, gennaio, allora mi sono domandato: "Che cavolo ha gennaio che fa scopare tutti senza preservativo?" chissà, forse la voglia di fare movimento per smaltire tutti i pranzi e le cene e delle vacanze? Bhè effettivamente lo consigliano tutti su tutti i telegiornali, almeno in Italia, poi ognuno fa lo sport che preferisce, ma perché senza preservativo? Questo non me lo sono ancora spiegato. Ma cosa occorrerà mai per una festa??? Tranquilli alla fine non occorre un gran che, gli spagnoli alla fine sono minimalisti, niente da mangiare solo liquidi e possibilmente con un tasso alcolico che vada dal 17% in su, la cosa belle è che tu ci poni una base, poi tutti quelli che arrivano alla fine contribuiscono con qualcosa e così la festa va pian piano aumentando per numero di partecipanti e litri a disposizione. Una delle cose che più tira nelle feste è il calimocho, una schifezza unica ma che se tira così è perché ha i suoi pregi. In poche parole sarebbe Coca Cola e vino rosso proporzionate in parti uguali, una cosa vomitevole già di suo il cui pregio è di farti ubriacare senza che te ne accorgi e alla fine se non vomiti mentre la bevi, vomiti dopo che l´hai bevuta e, altro vantaggio non indifferente è che così puoi fare un mixage tra il miracolo di Cana e quello dei pani e dei pesci, in altre parole moltiplichi come i pani e i pesci un vino che sarebbe imbevibile per la sua economicità, tramutandolo in bevibile quasi fosse acqua. Tutto questo avviene in casa di un povero a lui che all’inizio prega intensamente che i vicini non chiamino la polizia ma che dopo il terzo bicchiere già non ci pensa più; verso le due poi, si esce por la calle (per strada) alla ricerca di un locale dove continuare la fiesta che non deve finire, non deve finire, e non finirà! La cosa bella è che si crea una processione quasi religiosa, diciamo che c’è molto di religioso in questa fiesta, allora ognuno si prende una bottiglia non ancora ultimata e scende per le scale per avere il tempo di finirla, perché nulla va sprecato, e quando ti trovi per strada inizi a contare e ti rendi conto di quanta cazza di gente avevi in casa e ti pare anche questo un miracolo: in media 25/30! Tutta questa turba sciama allegramente fino ad uno dei tanti locali che si possono trovare per la città, molti piccoli e poco curati, ma è una norma, altri più grandi ma lo stesso si ha la sensazione che siano arrangiati, comunque differenti da quelli italiani dove la cura dell’arredamento, dello stile, l’attenzione per un certo gusto sono comunque presenti. Qui si permane sempre bevendo sino a mattina circa le quattro o le cinque, vi lascio immaginare la fatica che tutto questo comporti con i ritmi sopra riportati...
La cosa peggiore non è tanto tutto quanto vi sin qui raccontato, quanto il fatto che spesso e volentieri uno non lo fa per piacere quanto per necessità, la necessità di appartenere ad un gruppo con le sue regole, alle quali spesso ti sottometti per trovare una tua ragione perdendo la tua originalità, la tua unicità. Ma alla fine la fiesta ci sta e se presa nelle giuste misure, ti fa divertire e passare una bella serata in compagnia, ma credo comunque che il troppo stroppi.
Francesco Vitobello
| inviato da D.M.T. il 10/1/2008 alle 15:9 | |
24 novembre 2007
Chi non lavora non fa l'amore ( o non mangia)
Una fredda mattinata milanese. E piovosa. Una pioggia inutile, piccina, fastidiosa. Alla fermata della 90, mezzo brullo e amico, mi aspetta C., un mio amico d’università. C. viene da molto lontano, ma è in Italia da quando aveva pochi anni. Saluti, scherzi e convenevoli vari.
- Giorgio, tu di dove sei ?- mi chiede sotto il ponticello che porta all’ingresso dell’ateneo.
- Io, di Barletta.
- Ah, Barletta. Si, si. Dov’è?
- È nel sud dell’Italia. Vicino Bari.
- Ah, ok. Ma prima o dopo Luca ?
- No. Luca sta vicino Brindisi, quindi noi stiamo prima rispetto a loro.
- Ah, ok. Perfetto. Senti, ma com’è la vita là?
- Beh, molto diversa rispetto a Milano. Però per certi versi anche molto bella.
- Ah, ok. Ma mangiate ?
- In che senso, C. ?- gli dico
- Io so che nel Sud non si lavora. I tuoi genitori lavorano ?
- C., ma se non lavorassero come potrei studiare a Milano, con tutti i costi annessi e connessi.
- Ah, ok, figa. Perfetto. Meglio così no?
- Beh, è chiaro, no… ?
Sogno o son desto ?
| inviato da D.M.T. il 24/11/2007 alle 20:5 | |
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